L’espressione “Calcio Totale” ha avuto origine a metà degli anni Settanta del secolo scorso, e ha mossi i primi passi in Olanda con il nome di “Totaalvoetbal”. Ciò non vuol dire che prima degli olandesi nessuno applicasse un calcio in senso totale, ma l’espressione è stata sdoganata per l’uso comune in quel periodo.
In questo articolo scopriremo il Calcio Totale: le sue origini, le sue caratteristiche e l’impatto che ha avuto sul calcio.
Cos’è il Calcio Totale
Con Calcio Totale intendiamo lo stile di gioco per cui ogni calciatore che si sposta dalla propria posizione in campo, è subito sostituito da un compagno, permettendo così alla squadra di essere sempre equilibrata e mantenere un’identità tattica.
Il Calcio Totale è contraddistinto anche da un uso massiccio del pressing, e da un uso “tattico” del fuorigioco, in cui si cerca di far cadere gli avversari.
Il modulo nel Calcio Totale
Quando si parla di Calcio Totale, si parla di un calcio rivoluzionario, di moduli in campo non predefiniti, dove la parte fisica e tattica riscuotono un’importanza massima.
Nel Calcio Totale tutti i giocatori in campo attaccano e difendono, si aiutano reciprocamente, così che la squadra non si muove come un insieme di 11 giocatori in campo, ma come un blocco unico, coordinato, sempre equilibrato, che agisce proprio come una vera e propria “squadra”.
Le caratteristiche del Calcio Totale
Di seguito i tratti distintivi principali del Calcio Totale:
- Sovrapposizioni di ruoli in campo
- Tutti i giocatori sul perimetro sono in grado di attaccare e difendere
- Quando un difensore attacca, un’ala o un giocatore d’attacco retrocede a coprire la posizione del difensore
- Forma fisica ottima per produrre sempre un pressing molto aggressivo
- Utilizzo della tattica del fuorigioco come sistema difensivo
Evoluzione del Calcio Totale
Come dicevamo prima, il Calcio Totale viene associato agli olandesi degli anni Settanta, che in qualche modo hanno rivoluzionato il gioco del calcio.
Una forma però di calcio totale veniva già applicata dall’Austria del “Wunderteam” negli anni Trenta, e poi soprattutto dall’Ungheria degli anni Cinquanta, la squadra capace di rifilare 6 gol in casa degli inglesi a Wembley nel 1953, e poi di perdere l’anno successivo un Mondiale in Svizzera nel quale gli ungheresi partivano favoritissimi.
In Olanda si cominciò ad avere degli accenni di Calcio Totale con un allenatore inglese, Jack Reynolds, che fu allenatore dell’Ajax dal 1915 al 1925, e poi dopo la Seconda guerra mondiale dal 1945 al 1947.
È proprio da Reynolds che Rinuls Michels, quello che da tutti viene ritenuto il padre putativo del Calcio Totale, acquisì i primi concetti, sviluppandoli poi con l’Ajax alla fine degli anni Sessanta.
Nel 1966 l’Ajax affronta ad Amsterdam per la Coppa dei Campioni il grande Liverpool di Bill Shankly, e gli olandesi, non una grande squadra in quel periodo storico, distruggono gli inglesi con un inequivocabile 5-1, mostrando un gioco moderno fatto di corsa, sovrapposizione di ruoli, pressing a tutto campo. Gli inglesi sono sicuri si sia trattato di un incidente di percorso, e sono sicuri di ribaltare la sfida al ritorno, ma il 2-2 di Anfield permette all’Ajax di andare avanti.
Quell’Ajax crescerà a poco a poco, raggiungendo la finale di Coppa dei Campioni nel 1969- perdendola però con il Milan di Rivera- e vincendone poi 3 di fila dal 1971 al 1973. È l’Ajax di Johann Cruijff, che nel 1972 è passata di mano da Michels- trasferitosi a Barcellona- a Kovacs, che sarà molto meno “totale” nell’approccio del suo predecessore.
L’Olanda in quel periodo sarà la squadra di riferimento per tutto il mondo del calcio, e nel 1974 gli oranje daranno spettacolo al Mondiale in Germania Ovest, anche se perderanno la finale contro i padroni di casa.
Gli allenatori più influenti del Calcio Totale
Dicevamo di Rinuls Michels come padre fondatore del Calcio Totale che intendiamo oggi, ma sulla stessa scia non possiamo dimenticare quanto fatto da Valerij Lobanovskyj con la Dinamo Kiev negli anni Settanta e Ottanta, e anche allenatori come Johan Cruijff– che è stato il principale campione dell’Ajax e della nazionale olandese- Arrigo Sacchi con il Milan, e lo stesso Pep Guardiola, discepolo di Cruijff, sono tutti allenatori che hanno sviluppato il Calcio Totale, rendendolo di volta in volta più moderno.
Allenatore | Squadra |
Jack Reynolds | Ajax |
Rinus Michels | Ajax, Barcellona, Olanda |
Valerij Lobanovskyj | Dinamo Kiev, URSS |
Johan Cruijff | Ajax, Barcellona |
Arrigo Sacchi | Milan |
Pep Guardiola | Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City |
Le formazioni che hanno adottato il Calcio Totale
Parlando di Calcio Totale, il primo riferimento da fare è all’Olanda degli anni Settanta.
Prima del Mondiale del 1974, gli olandesi non si qualificavano a un torneo iridato dal 1938, e il loro contributo allo sviluppo del calcio europeo era stato pressoché nullo.
Gli anni Sessanta sono stati però anni di grandi cambiamenti ad Amsterdam e dintorni, e anche nel calcio gli olandesi hanno iniziato a lottare contro il sistema, sviluppando un calcio più libero, più d’attacco, più fisico, in forte contrasto con il Catenaccio imperante all’epoca.
L’Olanda, come l’Ajax, giocava con Cruijff attaccante che spaziava su tutto il fronte d’attacco, Rep e Rensenbrink attaccanti laterali pronti ad accentarsi, e Van Hanegem mezzala pronta ad inseristi in attacco. Un giocatore come Ruud Krol, che ha giocato anche nel Napoli, era un terzino solo sulla carta, perché aveva licenza di impostare e di attaccare.
Fu una vera rivoluzione per il gioco del calcio, e oggi possiamo dire che tutte le squadre al mondo giocano una sorta di Calcio Totale, visto che concetti come sovrapposizioni, pressing, scambio di ruoli, attacco della profondità, sono entrati nel gergo di ogni allenatore.
Influenza e impatto del Calcio Totale
Il Calcio Totale di matrice olandese ha influenzato un po’ tutti gli allenatori del mondo, ma in particolare ce ne sono alcuni che hanno sviluppato questo stile evolvendolo.
Arrigo Sacchi- Milan
Sacchi è sempre stato un ammiratore del calcio ungherese prima, e di quello olandese poi.
Fin da quando era allenatore del Parma prima, e poi al Milan, ha sempre puntato su un calcio verticale, fatto di pressing e aggressione dell’avversario, applicazione sistematica della tattica del fuorigioco.
Il suo Milan ha vinto tutto in Italia, in Europa e nel mondo, ma a tutti i giocatori era richiesto un grande sacrificio da un punto di vista fisico e psicologico, cosa che ha portato a un certo punto a un burnout da parte di alcuni calciatori.
Valerij Lobanovskyj- Dinamo Kiev
Il tecnico sovietico è stato il primo a rendere “scientifico” il calcio, infatti con lui si è iniziato a parlare di “calcio del futuro”.
La Dinamo Kiev era una macchina perfetta, che applicava alla perfezione i concetti del calcio totale.
Johann Cruijff- Barcellona
Dal campo alla panchina, Cruijff è stato interprete e teorico del calcio totale.
In campo era un maestro, un esempio per i compagni, e da allenatore del Barcellona ha trasportato il metodo Ajax in Catalogna.
Pep Guardiola- Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City
Stiamo probabilmente parlando del miglior allenatore al mondo. Per lui il calcio è una rivoluzione continua, e il Pep non si stanca mai di sperimentare, innovare, cambiare e trasformare.
Le critiche rivolte al Calcio Totale
Il Calcio Totale, come dicevamo, ormai oggi lo giocano tutti, ma in passato la critica maggiore rivolta agli olandesi era quella di pensare troppo alla fase offensiva, e troppo poco a quella difensiva.
Celebre una frase detta da Nereo Rocco, uno dei padri del Catenaccio, che prendeva un po’ in giro tutti i suoi colleghi che negli anni Settanta si erano votati al Calco Totale, ma poi, arrivando la partita, si preoccupavano di non prenderle:” dal lunedì al venerdì ixe olandesi, al sabato i ghe pensa, la domenica tutti indrìo esi salvi chi può”!
Ancora oggi la critica principale al Calcio Totale è quella del dogmatismo, della poco flessibilità di alcuni allenatori, che non si sanno adattare alle circostanze, e insistono solo ad applicare i propri concetti.
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